Un altra settimana passata all’insegna di nuove problematiche per l’uscita delle criptovalute di Facebook e Telegram.
Partiamo da Telegram con la sua blockchain Ton e il token Gram.
C’e’ stato l’annuncio della Securities and Exchange Commission, la SEC degli Stati Uniti, che ritiene la vendita della criptovaluta Gram un’offerta illecita di token digitali, presentando un’ordinanza restrittiva contro Telegram e il suo network TON.
Le accuse sono basate sul fatto che la SEC considera un titolo azionario il token di Telegram, e poiché il Securities Act richiede che tutti i titoli vengano registrati presso la SEC, l’organo di regolamentazione considera illegale la vendita del token.
“La nostra azione di emergenza di oggi ha lo scopo di impedire a Telegram di inondare i mercati statunitensi con token digitali che riteniamo siano stati venduti illegalmente. Crediamo che Telegram non abbia fornito agli investitori informazioni relative alle operazioni commerciali, alle condizioni finanziarie, ai fattori di rischio e alla gestione di Gram e delle attività di business.”
Queste le dichiarazioni di Stephanie Avakian, Co-Director della Division of Enforcement della SEC.
A queste accuse sono seguite le risposte di Telegram, ed era stata indetta per il 24 ottobre un udienza dal Tribunale di New York per la discussione sulla denuncia della SEC.
L’udienza però è stata posticipata al 18 e 19 febbraio del prossimo anno con un nuovo ordine del tribunale.
“Il tribunale ordina agli imputati di non offrire, vendere, consegnare o distribuire ‘Gram’ ad alcuna persona o entità fino alla conclusione dell’udienza prevista per il 18 e 19 febbraio 2020, salvo ulteriori ordinanze da parte del tribunale o un accordo fra le parti.”
Infatti le accuse della SEC contro Telegram non riguardano solo l’offerta iniziale del token e le leggi degli USA relative alla distribuzione di titoli azionari, ma cerca anche di raggiungere un’ingiunzione preliminare per impedire a Telegram di compiere ulteriori violazioni.
Sul fronte Facebook con Libra invece, dopo l’uscita ufficiale di Visa, Paypal, Mastercard, Stripe, eBay, Mercado Pago e Booking dal progetto, questa settimana ci sono stati pareri discordanti sul futuro del progetto.
In una recente intervista su Yahoo Finance infatti Marcus l’uomo a capo di Calibra, l’associazione degli investitori sul progetto Libra, ha dichiarato che la criptovaluta di Facebook non è assolutamente a rischio.
“Una delle cose che non è ancora stata compresa appieno è che non è necessario far parte della Libra Association per realizzare prodotti e servizi sulla piattaforma. Quindi se in futuro Visa e Mastercard vorranno creare una carta per il wallet di Libra, potranno farlo senza essere membri della Association.”
Questa uno dei passaggi più interessanti dell’intervista.
Altro parere è arrivato da Jamie Dimon, CEO di JPMorgan Chase, che durante la conferenza Institute of International Finance, organizzata questa settimana a Washington ha espresso il suo pensiero dicendo che Libra di Facebook è una buona idea ma che non diverrà mai realtà.
Per concludere contro Libra si è lanciato nuovamente, con un articolo pubblicato sul Financial Times, Bruno Le Maire il Ministro dell’Economia e delle Finanze francese affermando di non poterne permettere l’esistenza, dichiarando che Libra potrebbe sottrarre il potere sulle valute ai governi nazionali.
“Non posso tollerare che uno degli strumenti più potenti di uno stato sovrano, la sua politica monetaria, rientri nelle competenze di entità non soggetta al controllo democratico.”
Cit. Le Maire
Anche la Francia ha preso quindi una posizione dura in merito alla Stablecoin di Facebook Libra, che continua ad avere pressioni da diversi governi di tutto il globo.
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