Delle criptovalute in generale, Bitcoin in primis, si critica e si ha paura della volatilità, ma chi ha investito in Bitcoin, per fare un esempio, in questi ultimi 10 anni non ci ha rimesso se non in alcuni casi dovuti alle forti speculazioni avvenute, in particolar modo quella del finire del 2017.
Infatti dal punto di vista dei profitti, in questo ultimo decennio il Bitcoin ha superato l’oro come investimento, con un aumento di valore di quasi il 9.000.000% dal 2010 ad oggi (fonte dati Blockchain.com).
Per farla breve 1 dollaro investito in Bitcoin dieci anni fa oggi vale all’incirca 90.000, mentre 1 dollaro investito in oro vale oggi soltanto 1,34.
Anno per anno i ritorni garantiti dal Bitcoin sono quasi sempre stati importanti.
Basta prendere ad esempio quest’ultimi 12 mesi dove chi ha investito nella criptovaluta ha guadagnato al momento 85% rispetto al dicembre del 2018.
Come detto il 2017 è stato un anno particolare, ma chi ha creduto nel Bitcoin è stato in positivo ogni anno sin dall’inizio.
Una recente analisi dei portafogli ha evidenziato che i Cassettisti di Bitcoin sono stati molto disciplinati nel 2019, sebbene quest’anno abbia registrato importanti oscillazioni di prezzo.
Il fenomeno è sintomo del fatto che il Bitcoin viene percepito come uno strumento di investimento adatto a risparmiatori a lungo termine.
Ma dato che ci saranno solo 21 milioni di Bitcoin, quali saranno gli effetti di questa poca disponibilità?
La scarsità di Bitcoin, o meglio delle unità di valore del sistema chiamato Bitcoin, è uno dei pregi dello stesso.
Si sa con precisione quanti Bitcoin sono stati immessi in circolazione finora, basta guardare su Coinmarketcap, quanti ne verranno emessi in totale e quanto tempo più o meno ci vorrà.
Questo sistema monetario è altamente prevedibile.
Non tutti però sono favorevoli su un sistema monetario basato su un asset così.
Questa caratteristica viene ritenuta il difetto primario e la ragione del possibile fallimento dell’esperimento Bitcoin da coloro che non comprendono bene in cosa questa scarsità consista, oppure da chi invece sostiene che il modello monetario attuale( le valute fiat) sia il più efficace e in definitiva il migliore realizzato finora.
Bitcoin rappresenta il primo asset monetario limitato in possesso sia delle caratteristiche proprie di una riserva di valore come l’oro, a causa della sua limitatezza, sia di quelle di un medium di scambio su larga scala, come il denaro digitale fiat, a causa della sua alta e potenzialmente infinita frazionabilità.
Il limite numerico alla disponibilità di Bitcoin che verranno messi in circolazione non è importante quindi in termini prettamente numerici, ma in termini di funzionamento logico.
Bisogna rendersi conto che Bitcoin è prima di tutto un protocollo è sarebbe bene chiamarlo Protocollo Bitcoin, anche per distinguere la tecnologia dalla pura e semplice speculazione finanziaria che avviene con l’asset monetario Bitcoin.
C’è un limite da rispettare e bisogna salvaguardare il codice se si vuole che Bitcoin continui a funzionare così come è stato concepito dal suo ideatore, facendo in modo che possa continuare a svolgere il suo ruolo di asset, store of value e medium di scambio.
Fonte: cointelegraph.it
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